Pon mente, o Anselmo, al pericolo cui ti esponi, né voler turbare la quiete in seno a cui se ne vive la tua buona consorte: avverti che ti porta troppo scarso guadagno ciò che vai ad avventurare; e che quello che perderai sarà di sì grande rilievo da non saperlo dire: che a me mancherebbero le espressioni a tal uopo. Se quanto ho detto non vale a rimoverti dal tuo sconsigliato proposito, cerca un altro strumento del tuo disonore e della tua disgrazia, ch'io non voglio esserlo a patto di perdere la tua amicizia, ch'è la perdita più grande che immaginare mai si possa."
Ciò detto, si tacque il prudente e virtuoso Lotario, ed Anselmo restò sì confuso e pensoso, che per buono spazio di tempo non poté proferire parola, ma finalmente soggiunse. - Volli, amico Lotario, ascoltarti con l'attenzione che vedesti, e nelle tue ragioni e negli esempi e nelle comparazioni ebbi campo di ammirare il tuo molto discernimento e la vera amicizia che a me ti stringe; e veggo e confesso nel tempo medesimo, che se al tuo parere non mi appiglio e persisto nel mio, rinunzio al mio bene, e m'immergo in un torrente di calamità. Hai da sapere però ch'io sono attaccato presentemente da quella infermità a cui sogliono andar soggette alcune donne incinte, per la quale si trovano forzate a cibarsi di terra, gesso, carbone, e di altre benché peggiori cose; ed è perciò necessario di usare di qualche artifizio affinché risanino. Conviene dunque che tu leggermente e simultaneamente cominci a stimolare Camilla che non debbe essere sì debole da cadere ai primi incitamenti: mi appagherà questo sperimento solo; e tu avrai servito al dovere dell'amicizia non pure dandomi la vita, ma convincendomi che illeso è il mio onore.
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Anselmo Lotario Anselmo Lotario Camilla
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