Parve poi che in tale circostanza mancasse a Lotario interamente il giudizio, e usciti gli fossero di mente tutti i suoi prudenti discorsi; perché senza farne pur uno di buono o sensato, e senz'altro volerne sapere, prima che Anselmo si levasse da letto, fuori di sé per la gelosa rabbia che gli squarciava le viscere, morendo di voglia di vendicarsi di Camilla, che torto veruno non gli avea fatto, recossi da lui e gli disse: - Sappi Anselmo, che corrono molti giorni da che sono in lotta meco medesimo, facendomi violenza per non palesarti ciò che non è possibile né giusto che a te si celi. Ti sia noto dunque che la tua Camilla ha rinunziato ad ogni sentimento di virtù e di dovere, di che tu medesimo potrai chiarirti seguitando i miei consigli. Fingi di allontanarti, come altre volte facesti, e nasconditi invece nella tua guardaroba, al che ti daranno comodità e le tappezzerie e gli arnesi che vi si trovano, dov'ella ha promesso di ricevermi alla prima occasione; e così ci assicureremo tutti e due de' suoi pensieri. Sospeso, attonito e maravigliato rimase Anselmo delle cose dettegli da Lotario, perché tenendo Camilla per vincitrice dei finti assalti di Lotario, cominciava già a godere della gloria del suo trionfo. Se ne stette taciturno buon tempo e cogli occhi fissi in terra, indi rispose: - Tu hai eseguito, o Lotario, il dovere di amico, di che non ho mai dubitato; ed io voglio seguire in tutto i tuoi consigli; a te dunque mi affido, e tu custodisci il segreto con quella gelosia ch'è necessaria in un caso tanto impensato.
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