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      Rese già certe Camilla e Leonella che stavasene ascoso Anselmo, si avvicinarono alla guardaroba, e appena postovi il piede Camilla, traendo un profondo sospiro, disse: - Leonella mia! non saria meglio che prima di porre ad esecuzione ciò che ti voglio celare, affinché tu non ti accinga a farmi veruna opposizione, io prendessi il pugnale di Anselmo che ti ho chiesto, e con questo trafiggessi questo infame mio petto? Ma no, che non è ragione ch'io paghi la pena dell'altrui colpa: voglio prima di tutto sapere ciò che in me hanno veduto gli arditi e disonesti occhi di Lotario, per renderlo temerario a segno di scoprirmi un suo tanto reo desiderio, come si è quello che ardì palesare in oltraggio del suo amico e del mio onore. Fatti, Leonella, alla finestra, e chiamalo, che dee senza dubbio trovarsi in istrada, aspettando di poter mandare ad effetto le sue prave intenzioni: sarà però prima eseguita la mia, quanto crudele, onorata altrettanto. - Ah! signora, rispose la sagace ed avvertita Leonella, e che pensate voi di fare con questo pugnale? Divisate forse di spegnere con esso la vostra o la vita di Lotario? Considerate che in ogni modo ne scapiterà la vostra riputazione e la vostra fama: vi sta meglio dissimulare l'offesa e non accogliere un sì
      perfido uomo a quest'ora, qui, sole: non vi dimenticate che siamo deboli donne; ch'egli è uomo e risoluto, cieco e trasportato dalla passione, e che potreste riceverne qualche oltraggio. Male si abbia il signor Anselmo mio padrone che ha concessa tanta libertà a quell'uomo indegno in casa sua: ma se, come sembrami che vogliate fare, lo ammazzerete, che faremo noi da poi che egli sia morto?


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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