- Vattene pur sicura, Leonella mia, rispose Camilla, perché sebbene io ti paia ardita e poco avveduta nella difesa dell'onor mio, nol sarò al segno di Lucrezia che si ammazzò senz'avere commessa veruna colpa, e senz'avere tolta prima la vita a chi fu cagione della sua disgrazia. Morrò sì; ma vendicata di colui che mi astrinse a piangere innocente." Molto si fece pregare Leonella prima di andare a chiamar Lotario: vi si indusse alfine, e mentre tardava a tornare, restò Camilla dicendo fra sé: - Quanto sarebbe mai stato meglio che avessi da me allontanato Lotario, come feci altre volte invece che dargli adito di tenermi per disonesta e ribalda col tardare a disingannarlo! Sarebbe stato senza dubbio assai meglio; ma se fatto lo avessi io non mi terrei vendicata, né risarcito sarebbe l'onore di mio marito se da per sé stesso, conosciuto il torto, rientrato egli fosse ne' suoi doveri. Paghi il traditore colla vita il concepimento di un pensiero sì disonesto; conosca il mondo (se a caso arriva a saperlo) che Camilla non pure serbò fedeltà allo sposo, ma si vendicò eziandio di colui che osò pensare di offenderlo... Or non sarebbe più savio partito dar conto di ogni cosa ad Anselmo?... ma nella lettera che gli scrissi quando era in villa non gli diedi io qualche cenno?... Egli soverchiamente buono non procurò rimedio al male, e riposando sulla fede dell'amico, non poté né volle credere che cercasse di offendere il suo onore; né l'ho creduto io medesima per molti giorni, né gli darei credenza giammai, se non fosse giunta a tale la sua temerità da non poter essere più rivocata in dubbio dagli offerti regali, dalle costanti promesse e dalle perfide e continue sue lagrime.
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