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      Domandava consiglio alla sua donzella per decidersi se dovesse palesare o no l'avvenuto al suo amato consorte; ed essa era colle sue risposte di avviso che glielo celasse, per non metterlo nella necessità di vendicarsi contro Lotario; il che non poteva accadere senza pericolo di lui e detrimento del suo buon nome. Rispondeva Camilla che accoglieva il consiglio sembrandole molto prudente, ma che in ogni modo conveniva dar ragione ad Anselmo di quella ferita che non gli si poteva occultare: al che rispose Leonella che nemmeno per gioco volea per questo suggerirle una menzogna.
      - Ed io, sorella, ripigliò allora Camilla, come potrò regolarmi? io che non arrischierei d'inventare e sostenere una menzogna se ne andasse la vita? Ora se non sappiamo trovare partito da sottrarcene, gli paleserò dunque candidamente la verità, né vorrò mai che mi colga egli in bugia.
      - Non ve ne prendete pena, o signora; da qui a dimani, rispose Leonella penserò io al modo da tenere con lui, e chi sa che trovandosi la ferita in quel sito non si possa coprirla per modo che egli non la veda, mentre io spero che il Cielo si compiacerà di dar favore ai nostri tanto giusti ed onorati pensieri. Datevi pace, signora mia, procurate di calmare il vostro turbamento affinché il padrone non vi trovi agitata, e lasciate poi il resto a mio carico; e ripeto che vi affidiate al Cielo che sempre aiuta le buone intenzioni."
      Attentissimo erasene stato Anselmo ad ascoltare ed a vedere la rappresentazione della tragedia della morte del proprio suo onore, la quale fu eseguita con sì maravigliosi ed efficaci effetti da quei personaggi, che parvero trasformati nella verità medesima di ciò che fingevano.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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