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      Bramava eccessivamente la notte e che gli si offrisse opportunità di uscire di casa per abboccarsi col suo buon amico Lotario a fine di congratularsi con lui della margarita preziosa che aveva trovata coll'essersi assicurato della bontà della sua sposa. Si presero cura quelle donne di dargli luogo ed agio da poter uscire, ed egli cogliendo il tempo andò fuori e volò a Lotario cui diede innumerevoli abbracciamenti; né sarebbe possibile riferire le espressioni del suo contento e le lodi date alla sua Camilla. Lotario udì ogni cosa senza poter dar segno di grande contentezza, standogli sulla coscienza l'inganno in cui si ritrovava l'amico, e quanto fosse da lui amaramente oltraggiato e benché Anselmo non vedesse in Lotario un ricambio di giubilo, credeva che ciò derivasse dall'avere lasciata Camilla ferita e dall'esserne stato egli la causa. Perciò fra le altre cose gli disse che non dovesse temere per conto di Camilla, da che la ferita era lieve; che perciò vivesse tranquillo, e quindi innanzi partecipasse alle sue contentezze, perché la sua industria lo aveva sollevato all'apice della tanto desiderata felicità. Mostrò eziandio desiderio che in altro non dovevano intertenersi che in comporre poesie in lode a Camilla col mezzo delle quali eterna vivesse ne' vegnenti secoli la sua memoria. Lodò Lotario il divisamento, e disse che avrebbe data tutta la mano per parte sua alla fabbricazione di sì illustre edifizio: e con ciò rimase Anselmo il più saporitamente ingannato di ogni altro marito del mondo.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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