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      Udì Cardenio queste parole chiaramente e distintamente, come quello che stavasi molto vicino a chi le proferiva, mentre n'era diviso dalla sola porta della stanza di don Chisciotte. E non le ebbe appena sentite che esclamò:
      Dio grande! che sento io mai? qual voce mi giunge all'orecchio?" A queste parole si volse la signora con grande agitazione, né vedendo chi le proferiva, si alzò in piedi avviandosi per entrare nella stanza; ma il cavaliere si oppose, né lasciolla muovere un passo. Cadde a lei pel gran turbamento e scompiglio il velo che le copriva il volto, e lasciò scorgere una incomparabile bellezza ed un celeste sembiante, benché scolorito e impaurito. Andava cercando avidamente cogli occhi ogni angolo di quei luoghi con sì grande ansietà che sembrava persona fuori del senno; e questi movimenti produssero molta afflizione in Dorotea non meno che in quanti la stavano guardando, senza poterne indovinar la cagione. La teneva il cavaliere con molta forza immobile per le spalle, e trovandosi tutto affacendato, non poté impedire che la maschera gli cadesse, come cadde in effetto, lasciando scoperto il sembiante. Alzò gli occhi in quel punto Dorotea, che teneva abbracciata la signora incognita, e vide che quello che sforzavasi a rattenerla, era il suo sposo don Fernando. L'ebbe conosciuto appena che traendo dall'intimo del petto un lungo e dolentissimo: Oimé!" cadde svenuta: e se non fosse stato il barbiere, che la sostenne trovandosele appresso, sarebbe stramazzata sul suolo.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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