Pagina (432/1298)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Soggiunse che Lucinda perdette i sentimenti tosto che si vide in loro potere: che altro dopo d'allora non fece che piangere e sospirare senza proferire parola alcuna, e che finalmente accompagnati così dal silenzio e dal pianto, erano giunti a quell'osteria, dove pareagli di aver trovato il paradiso e dove finalmente avevano trovato un termine tutte le disavventure.
     
      CAPITOLO XXXVII
     
      CONTINUA LA STORIA DELLA CELEBRE PRINCIPESSA MICOMICONA CON ALTRE GRAZIOSE AVVENTURE.
     
      Sancio aveva ascoltato tutto ciò con molto dolore dell'anima sua, vedendo svanire le speranze di tante promesse, e la bella Micomicona essersi trasformata in Dorotea e in don Fernando il gigante, mentre che il suo padrone saporitamente dormiva senza verun pensiero delle cose che venivano accadendo. Non poteva Dorotea assicurare se stessa se fosse vero o sognato il bene allora posseduto: lo stesso dubbio occupava anche Cardenio e Lucinda; e rendeva grazie al cielo don Fernando per l'ottenuto favore di essere uscito da un intricato labirinto, che lo metteva a cimento di perdere l'anima e la riputazione. Finalmente quanti trovaronsi nell'osteria erano contenti e giulivi del successo che avevano avuto casi sì difficili e disperati. Il curato, come persona accorta, lodava tanti avvenimenti, e felicitava ciascuno particolarmente pel conseguito bene ma chi giubilava sopratutti era l'ostessa per la sicurtà riportata da Cardenio e dal curato di essere poi risarcita dei danni e delle perdite a lei procurate da don Chisciotte.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





Lucinda Micomicona Dorotea Fernando Dorotea Cardenio Lucinda Fernando Cardenio Chisciotte