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      - Ora sì, o Sancio disse don Chisciotte, che ti conosco per un scimunito! ti perdono, e basta. - Basta d'avanzo, disse don Fernando, né di ciò più si parli: e poiché la signora principessa vuol differire la partenza a dimani, poco restando di questa giornata, così si faccia, e passiamo intanto questa notte in buona compagnia, finché nasca il nuovo giorno, in cui noi tutti ci faremo seguaci al signor don Chisciotte, perché vogliamo essere testimonî delle valorose e inaudite gesta che egli ha da compiere nel corso di questa impresa che ha tolta a suo carico. - Quello son io che ho debito di servirvi e di accompagnarvi, rispose don Chisciotte, e molto mi è grato il favore che mi s'imparte e la buona opinione in cui mi veggo tenuto; e per certo la manterrò, o mi costerà la vita, e più ancora se più possa darsi." Passarono allora fra don Chisciotte e don Fernando molti gentili e cortesi complimenti che vennero interrotti dall'arrivo nell'osteria di un passeggiero, il quale sembrava agli arnesi un cristiano tornato recentemente dalla terra dei Mori. Portava una casacca di panno turchino con le falde corte, con mezze maniche e senza collare, erano azzurri anche i suoi calzoni e dello stesso panno; era coperto da un berrettino bene assettato in testa, ed aveva un paio di borzacchini alla moresca, e ad armacollo una scimitarra damaschina. Lo seguitava una donna seduta sopra un giumento, vestita alla moresca, coperta con un velo che le scendeva giù dal capo, ed era attaccato ad una cuffia di brocato: aveva un giubbone in dosso che arrivava fino a terra.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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