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      Non voglio estendermi ad altre minutezze, come sarebbe a dire l'essere senza camicia e senza scarpe, l'avere il vestito logoro e spelato, e quel divorare con tanta ingordigia quando per buona sorte venga il letterato ammesso a qualche banchetto. Ma battendo costoro la strada aspra e difficoltosa che ho dipinta, qua inciampando, cadendo di là, costà rimettendosi, e tornando quivi a cadere, pervengono pur finalmente a conseguire l'oggetto proposto: ed in fatti abbiamo veduto che molti letterati, dopo essere passati per queste scilli e per queste cariddi, portati a volo da una propizia fortuna, riescirono finalmente a poter governare e comandare nel mondo; mutata la fame in sazietà, in refrigerio il freddo, la nudità in ricchi vestiti, il letto di stuoia in morbide piume ed in sontuosi damaschi; premio giustamente attribuito al merito loro. Contrapposte però dopo tutto questo, e messe a paragone le corporali loro fatiche con quelle del guerriero, restano di gran lunga al disotto, come ora m'impegno di dimostrare."
     
      CAPITOLO XXXVIII
     
      CONTINUA IL SINGOLARE DISCORSO DI DON CHISCIOTTE SOPRA LE ARMI E LE LETTERE.
     
      Don Chisciotte ripigliò il suo ragionamento, dicendo: Poiché abbiamo considerato l'uomo di lettere dal lato della povertà e delle sue conseguenze, vediamo adesso se più ricco è il soldato, e conosceremo che non avvi chi di lui sia più povero nella povertà stessa; mentre egli non ha che una misera paga, e questa pure tardi o non mai gli viene corrisposta, né gli rimane se non quello che si procaccia con le sue mani con notabile pericolo della vita o della coscienza.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





Chisciotte