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      - È bella, la donna cui desti la tua parola? soggiunse Zoraida. - È sì bella, io le risposi, che nulla, nulla le manca per essere tale, e per dirvi la verità a voi somiglia moltissimo."
      Di ciò non poté fare meno di ridere suo padre, e disse:
      - Guarda bene o cristiano, che debb'essere dotata di somma bellezza chi vuol somigliare alla mia figliuola, che è la più bella di tutto questo regno: se non lo credi osservala attentamente, e confesserai che dico il vero."
      Ci serviva spesso d'interprete il padre di Zoraida in questa nostra conversazione, come colui che meglio intendeva; perché sebbene parlasse ella la lingua bastarda che, siccome dissi, colà si usa, faceva conoscere i suoi sentimenti più a cenni che a parole.
      Standoci in questi e simili discorsi sopravenne un moro correndo, e disse ansante che quattro Turchi, saltata la chiusa del giardino, andavano rubando le frutta ancora immature. Trasalì a tale annunzio il vecchio e Zoraida non meno di lui; perché è comune e connaturale ai Mori il temere dei Turchi e dei soldati singolarmente, i quali sono assai prepotenti, e sogliono trattarli peggio che schiavi. In fine disse a Zoraida suo padre: - Figlia, ritirati in casa, e rinchiuditi mentre io vo a parlare con questi cani, e tu, cristiano, raccogli le tue erbe in buon'ora, e tornati con l'aiuto di Alà al tuo paese." Io m'inchinai; si recò egli in traccia dei Turchi, e mi lasciò solo con Zoraida che fece le viste di andarsene dove le aveva detto suo padre; ma appena s'internò esso fra gli alberi del giardino, ch'ella rivolgendosi a me cogli occhi pieni di lagrime, mi disse:


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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