Detto questo, rientrò in casa dicendo che subito sarebbe ritornata, e che noi frattanto stessimo cheti senza alzar alcun rumore. Io dimandai al rinnegato ciò ch'ella avea detto: egli me lo significò, ed io risposi non doversi fare se non ciò che a Zoraida piacesse ed intanto essa comparve di nuovo strascinando seco un forziere pieno di monete d'oro.
Volle la mala fortuna che si destasse in quel punto suo padre, e sentisse l'andirivieni che si faceva per lo giardino; laonde affacciatosi alla finestra, e conosciuto che quanti vi si trovavano erano tutti cristiani, si pose a gridar quanto poteva nella sua lingua: "cristiani, cristiani, ladri, ladri;" a queste grida ci trovammo tutti in grandissima e spaventevole confusione; ma il rinnegato vedendo il nostro pericolo, e quanto importava l'uscir salvi da tal frangente, a gran fretta salì con alcuni dei nostri, dove stavasi Agi-Morato non avendo io osato di abbandonare Zoraida, che quasi fuori di sentimento erasi lasciata cadere fra le mie braccia. In conclusione tutti i nostri si diedero sì bene le mani d'attorno che scesero in un baleno con Agi-Morato menandolo con le mani legate, e con un fazzoletto alla bocca che non gli lasciava proferire parola; e minacciaronlo che un solo suo movimento gli sarebbe costato la vita. Quando sua figlia lo vide chiuse gli occhi, e il padre rimase spaventato, ignorando che ella si trovasse tra le nostre mani di suo consenso. Siccome era soprattutto necessario in quel punto il fuggire, entrammo in barca assai prestamente e accortamente, ed ivi ci attendevano quelli che vi erano rimasti i quali tutti temevano di qualche nostra sventura.
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Zoraida Agi-Morato Zoraida Agi-Morato
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