Tra le diverse opinioni quella che allora prevalse, fu che ci accostassimo a poco a poco, e che permettendo la bonaccia del mare, sbarcassimo dove fosse più agevole il farlo. Così seguì; e prima ancora della mezzanotte ci trovammo alle falde di una montagna altissima, la quale non era sì presso al mare da non concederci poco terreno in pianura dove sbarcare comodamente.
Sbarcati, baciammo il terreno, e con lagrime di perfetta gioia rendemmo grazie al Signore per gl'incomparabili benefizî che ci aveva impartiti nel nostro viaggio. Tolte le vettovaglie ch'erano nella barca, le traemmo a terra, e salimmo gran parte di quella montagna, tuttavia col cuore non affatto tranquillo, perché non sapevamo ancora se fossimo veramente in terra di cristiani.
Venne il giorno (a quanto ci parve) tardi assai più di quello che da noi si bramasse, e salimmo sul colmo della montagna per veder se di là si scoprisse qualche villaggio o albergo pastoreccio; ma per quanto spalancassimo gli occhi non ci venne fatto di vedere né persona, né cammino, né altra meta cui drizzarci. Non ci stancammo però di proseguire le nostre indagini, persuasi di dover finalmente trovare chi c'indicasse una qualche via: ma ciò che a me dava grande afflizione si era il veder camminare a piedi Zoraida per sì aspri sentieri. La tolsi, è vero, qualche volta sulle mie spalle, ma più che sollievo sentiva essa rammarico della fatica che io faceva per lei, né volle che la sostenessi a patto veruno; e perciò tenuta da me per la mano essa veniva pazientemente viaggiando sforzandosi eziandio di parer lieta.
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Zoraida
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