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      Avendo camminato poco più di un quarto di lega venne ai nostri orecchi il suono di un campanellino, chiaro segno che là appresso eravi qualche mandra, e perciò stando ognuno all'erta per vedere se si scopriva alcun uomo, c'incontrammo a piè d'un sughero in un pastore giovanetto che spensieratamente tranquillo stava con un coltello intagliando un bastone. Gli demmo voce ed egli alzando la testa si rizzò in piè prestamente, e (per quanto di poi ci ha detto) i primi che se gli presentarono dinanzi furono il rinnegato e Zoraida, alla cui vista credette che gli fossero addosso tutti quelli di Barberia. Si diede alla fuga, e si cacciò velocemente nel più folto del bosco, dove con grandi strida si mise ad esclamare: "I Mori sono in paese; i Mori, i Mori, all'arme!"
      Restammo a tai voci tutti confusi, né sapevamo a qual partito appigliarci; ma considerando che le grida del pastore potevano mettere sossopra il vicinato, e che la cavalleria che stava di guardia alla costa potea venire sul fatto a riconoscere ciò che fosse, ci accordammo che il rinnegato si togliesse gli abiti di turco, e vestisse una giubba o casacca da schiavo, che gli fu somministrata da uno dei nostri restando questi in camicia. In tal modo raccomandandoci a Dio, ci drizzammo per la strada additata dal pastore, temendo ad ogni momento di vederci sorpresi dalla cavalleria. Né fu vano il timore, perché non passarono due ore che usciti da quei luoghi scoscesi e pieni di cespugli, e giunti in una pianura scoprimmo da cinquanta soldati che correndo chetamente a mezzo galoppo venivano alla volta nostra.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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