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      Per sei giorni ci siamo trattenuti in Valez, a capo dei quali dato buon conto dal rinnegato di sé medesimo, recossi egli alla città di Granata per convertirsi e per entrare nel grembo santissimo della Chiesa col mezzo della Santa Inquisizione. Gli altri cristiani liberati passarono tutti dove più tornò loro in acconcio, e restammo soli Zoraida ed io, senz'avere altro che le monete ch'ella ricevette dalla cortesia del Francese, e colle quali comperai questo asinello su cui è qui arrivata. Tenendole io finora luogo di padre e di scudiere, ma non di sposo, drizziamo i nostri passi a vedere se vivo è mio padre, ovvero se alcuno dei miei fratelli sia stato dalla fortuna più di me favorito: tuttoché mi sembri che nessuna maggior buona sorte possa agguagliarsi al possedimento che il Cielo ora mi concede della vaga Zoraida, che da me si valuta al di sopra di ogni altra fortunata ventura. La pazienza con cui ella soffre i disagi, conseguenze della povertà, e la brama che mostra di esser fatta cristiana me la rendono ammirabile sopra ogni credere, e m'impegnano a fedelmente servirla e ad esserle compagno per tutto il corso della mia vita. La soddisfazione che m'inebria nel vedermele unito di cuore e di volontà, non è da altra cosa turbata fuorché dal dubbio angoscioso in cui sono, se troverò in patria un conveniente ricetto per lei, o se il tempo e la morte abbiano operato tali cambiamenti nelle fortune e nella vita di mio padre e de' miei fratelli che io non incontri appena chi mi conosca, se mai essi più non esistono.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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