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      - Che dici tu, mia buona fanciulla? replicò Dorotea; bada bene che colui che canta è un condottiero di mule.
      - Egli è un signore che ha vassalli, rispose Chiara, ed è sì padrone di questa anima mia, che nessuno potrà discacciarnelo mai, a meno che non si stanchi egli medesimo di restarne al possesso."
      Rimase maravigliata Dorotea di ciò che intese dalla giovane, sembrandole che la qualità delle sue espressioni, e il suo giudizio fossero superiori all'età che dimostrava, e perciò le soggiunse:
      - Voi parlate in modo, o buona ragazza, che non vi so intendere; dichiaratevi più apertamente e rispondetemi: Che significa ciò che dite di anima e di vassalli, e di questo musico, la cui voce v'inquieta tanto? Ma no, tacete per ora, ché la brama di conoscere la causa delle vostre inquietudini non mi tolga il piacere che provo nell'ascoltare il cantore, il quale già ricomincia con nuovi versi e con altro tono.
      - Fate ciò che vi aggrada, rispose Chiara, ma per nulla sentire ella si turò gli orecchi con ambe le mani, del che non poco si maravigliò Dorotea, la quale stando attenta al cantore udì che proseguiva nel modo seguente:
      O mia dolce speranza, che vincendo insuperabili ostacoli, seguiti la via che tu medesima ti hai trovata ed aperta, non ismarrirti comunque ti trovi presso all'ultimo passo.
      Non sono de' peritosi gli onorati trionfi e la vittoria; né coloro conseguono la felicità i quali non contrastano alla fortuna, e tutti i lor sentimenti commettono all'ozio.
      Ben è ragionevole e giusto che Amore venda a caro prezzo le sue glorie, poiché non ha il mondo miglior tesoro: ed è manifesto che tiensi a vile ciò che a vil pregio s'aquista.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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