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      L'amorosa perseveranza compie talvolta cose impossibili: però sebbene io mi sia proposto un fine malagevolissimo, non dispero per ciò di levarmi dalla terra al cielo!
      Qui ebbe fine il canto, e qui cominciarono nuovi singhiozzi di Chiara; donde si accrebbe in Dorotea il desiderio di saper quello che prima le aveva già domandato. Chiara, temendo allora di essere udita da Lucinda, abbracciò Dorotea strettamente, poi le accostò la bocca all'orecchio per modo che parlare poteva con tutta sicurezza di non essere da altri sentita, e disse:
      - Questi che canta signora mia, è figliuolo di un cavaliere del regno di Aragona e signore di due terre, il quale abitava rimpetto alla casa di mio padre quand'era alla corte; e benché mio padre tenesse le finestre di case impannate di tela nell'inverno, e con gelosie nella state, nondimeno questo cavaliere che andava allo studio, mi vide, non saprei bene dirvi se in chiesa od altrove. Egli si è di me invaghito, e me lo fece conoscere dalle finestre di casa sua con tanti indizi e con tante lagrime ch'io gli ebbi a dar fede e ad amarlo, senza sapere io stessa quello che mi volessi. Fra i segnali che mi faceva, uno era quello di avvicinare le sue mani e di unirle, significandomi in tal maniera che desiderava di accasarsi meco: e quantunque mi compiacessi meco di quel suo desiderio, io non sapea però a cui confidarmi, perché sono sola e priva di madre. Senza dir parola ad alcuno io mi limitava a corrispondergli alzando un tal poco l'impannata o le gelosie, e, quando mio padre trovavasi fuori di casa, mi lasciavo appieno vedere, e di questo egli faceva tal festa, che ne pareva fuor di sé stesso.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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