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      Questi è il signor cavaliere dalla Trista Figura, se l'avete inteso mai a nominare, le cui valorose imprese e strepitosi fatti resteranno scolpiti in duri bronzi ed eterni marmi, comunque l'invidia adoperi ogni sua possa per oscurare la sua gloria e la malignità per tenerla celata."
      Quando il canonico sentì il prigioniero ed il libero a parlare in tal guisa fu per farsi un segno di croce, né sapea credere a sé stesso quello che gl'interveniva; e così anche tutti i compagni. Sancio Pancia, che si era avvicinato, ed avea inteso il discorso, per aggiungervi le frange, disse:
      - Signori, o mi vogliano bene o mi ributtino per quello che sto per dire, è tutt'uno. Tanto è vero che il signor don Chisciotte mio padrone sia incantato quanto è vero che la madre di voi altri abbia me partorito. Egli se ne sta perfettamente in cervello, mangia, beve e serve ad altre sue bisogne come il resto degli altri uomini, e come faceva ieri prima che lo ingabbiassero: e se così è perché mai vogliono farmi credere adesso che egli sia incantato? Ho inteso dire da molti che gli incantati non mangiano, non dormono, non parlano; ma il mio padrone, se non viene interrotto, parla più che trenta avvocati."
      Voltandosi poscia verso il curato, proseguì dicendo: - Ah signor curato, signor curato, cred'ella forse che io non l'abbia conosciuta? Pensa vossignoria che quantunque io sia cheto non indovini dove vadano a finire questi nuovi incantesimi? Sappia bene ch'io la raffiguro per quanto ella si copra bene la faccia, e sappia che io pure la intendo per quanto si sforzi di avviluppare i suoi imbrogli; in fine, dove regna la invidia non può vivere la virtù, né dove sta la miseria può aver luogo la liberalità. Maledetto sia il diavolo, che se non fosse per colpa di sua riverenza sarebbe a quest'ora il mio padrone ammogliato colla regina Micomicona, ed io sarei conte per lo meno; che altro non avrei potuto aspettarmi dalla bontà del mio signore dalla Trista Figura e dal merito della mia leale servitù. Io comprendo pur bene da tutto questo, quanto sia vero il proverbio: Che la ruota della fortuna gira più che una macchina da mulino; e quelli che ieri si trovavano in posto eminente, oggidì non hanno di che mangiare.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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