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      Non ho mai veduto libro di cavalleria che non somigli ad una chimera o ad un mostro piuttostoché a proporzionata figura. Oltre a ciò duro n'è quasi sempre lo stile, incredibili le imprese, lascivi gli amori, malaccorte le cortesie, eterne le battaglie, sciocchi i ragionamenti, spropositati i viaggi; tutto in somma è alieno da ogni ragionato artifizio e degno di essere bandito dal mondo cristiano, come pericolosa inutilità."
      Lo stava ascoltando il curato con somma attenzione, parendogli uomo di grande intendimento, e che avesse ragione in tutto ciò che diceva. Gli rispose pertanto che avendo egli pure in odio i libri di cavalleria avea dato alle fiamme quelli che possedea don Chisciotte, i quali erano molti; del che non poco rise il canonico, il quale a fronte di tutto il male che ne avea detto, trovava però in essi una cosa buona ed era questa, che possono prestar materia ad un uomo di vaglia di farsi onore, dando libero corso alla penna per descrivere naufragi, tormenti, incontri e battaglie; per dipingere un capitano valoroso in tutte le parti che si ricercano ad essere tale; per mostrarlo prudente nell'antivedere le astuzie dei suoi nemici od oratore eloquente nel persuadere o sconsigliare i suoi soldati, maturo nel consiglio, veloce nell'eseguire, e valente sì nel difendersi come nell'assalire. Opportuna può essere, seguitò a dire, la pittura o di un lamentevole e tragico avvenimento, o di un lieto e inatteso accidente: qua vedesi descritta una bellissima dama, onesta, avveduta e ritirata: là un cavaliere cristiano di gentile costume; altrove uno sfacciato e barbaro prepotente o un principe cortese, pieno di valore ed accorto, e rappresentare si può bontà e lealtà di vassalli o grandezze e premi di signori.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





Chisciotte