Ha l'autore opportunità di mostrarsi astrologo, cosmografo, musico, conoscitore delle materie di stato, politico, e talvolta si può offrire l'occasione di farsi credere anche negromante, se così gli piaccia. Può egli mettere in mostra le accortezze di Ulisse, la pietà di Enea, il valore di Achille, le sventure di Ettore, i tradimenti di Sinone, l'amistà di Eurialo, la magnanimità di Alessandro, la valentia di Cesare, la lealtà e clemenza di Traiano, la fedeltà di Zopiro, la prudenza di Catone, e tutte quelle azioni finalmente che possono rendere perfetto un personaggio illustre, ora in un solo raccogliendole, ora dividendole in molti. Facendo tutto questo con istile piacevole e con ingegnosa invenzione che miri possibilmente al vero, comporrà l'autore una tela tessuta di varî e bei lacci, che nel suo insieme mostrerà tale perfezione e bellezza da conseguire miglior fine di ogni scritto, cioè l'utile insieme e il diletto.
La libera composizione di siffatte opere apre finalmente il campo all'autore di farsi conoscere epico, lirico, tragico, comico, con le parti tutte che si rinchiudono nelle dolcissime e gradite scienze della poesia e dell'oratoria: ché l'epica si può dettare in prosa non meno che in verso.
CAPITOLO XLVII
SEGUITA A RAGIONARE IL CANONICO IN MATERIA DI LIBRI DI CAVALLERIA,
CON ALTRE COSE DEGNE DEL SUO MOLTO TALENTO.
- Vossignoria, signor canonico, disse il curato, ha ogni ragione: e perciò io trovo che sono degni di riprensione tutti coloro che fino al presente hanno composte siffatte opere senza aver riguardo a verun sano ragionamento né all'arte o alle regole colle quali avrebbero potuto diventar celebri nella prosa come lo sono nel verso i principi della poesia greca e latina.
| |
Ulisse Enea Achille Ettore Sinone Eurialo Alessandro Cesare Traiano Zopiro Catone
|