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      Benché siami accinto talvolta di persuadere agli attori che s'ingannano nella loro opinione, e che maggiore sarà il concorso esponendo commedie composte secondo le regole dell'arte, anziché spropositate, pure li ho ritrovati tanto ostinati e insistenti nella loro opinione che niun argomento per evidente che fosse, sarebbe valso a farli cangiare di proposito. Sovviemmi che parlai un giorno ad uno di questi pertinaci in tal modo: Ditemi di grazia, non vi ricordate che, pochi anni sono, si consegnarono alle scene di Spagna tre tragedie composte da un famoso poeta di questi regni, che furon ammirate da quanti le udirono, tanto semplici come dotti, tanto nobili come plebei, e produssero più danari ai commedianti quelle tre sole che trenta delle migliori che d'allora in qua si sieno mai recitate?
      - Vossignoria certamente, soggiunse l'attore cui io parlava, intende rammentare la Isabella, la Fillide e l'Alessandra. - Questo appunto, io replicai; e considerate bene s'erano in esse osservati i precetti dell'arte, e se, attesa la loro regolarità, mancassero di effetto e di riuscire ben gradite dal pubblico. Il difetto non istà dunque nel volgo che dimandi spropositi, ma in quelli che recitare non sanno altra cosa; non fu sproposito la Ingratitudine vendicata, né la Numanzia, né lo furono il Mercadante innamorato, né la Nemica favorevole, come ancora alcune altre commedie composte da giudiziosi poeti con gloria del nome loro, e guadagno di quelli che le hanno eseguite. Aggiunsi a queste altre cose, in forza delle quali, per quanto mi parve, restò il recitante un poco confuso, e non però soddisfatto, né sifattamente convinto, che mutasse opinione.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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