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      Rinchiusa Leandra nel chiostro, Anselmo rimase cogli occhi ciechi per non avere cosa che guardandola gli piacesse, ed i miei pure restarono nelle tenebre, e privi di ogni sorta di contentezza. Con l'assenza di Leandra cresceva la nostra tristezza, andava scemando la nostra tolleranza, maledicevamo le seduzioni e gli sforzi del soldato, ed era da noi detestata la poca riserbatezza della donzella. Finalmente Anselmo ed io prendemmo di concerto la risoluzione di abbandonare il paese, e di venircene in questa valle dove col pascere un branco di pecore, di cui egli è padrone, ed un branco di capre, che sono mie, noi passiamo la vita tra queste piante, cantando per obblìo od alleviamento dei nostri amori, ora le lodi, ora i biasimi della vaga Leandra, e sospirando fra noi soli, o soli comunicando col cielo le nostre querele.
      A nostro esempio molti altri pretendenti della giovinetta sono venuti ad abitar in queste montagne, e vi si esercitano come noi, e tanti sono essi che sembra trasformato questo sito nella pastorale Arcadia: sì esso è popolato di pastori e di greggi, né v'ha angolo che non risuoni del nome della nostra tiranna. Questi la maledice, la chiama quegli volubile, inconsiderata, inonesta: uno la condanna per facile e per leggera; altri la assolve e le perdona, e tal altro la incolpa e vitupera: chi celebra la sua bellezza, chi maledice la sua indole: in fine tutti la detestano e tutti l'adorano, e tanto distendesi la follìa che v'ha chi si sdegna di lei senz'averle parlato mai, e chi si lamenta e prova la rabbiosa infermità della gelosia.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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