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      Aiutami, amico Sancio, a mettermi sopra il carro incantato ché non mi trovo più in grado di stringermi sulla sella di Ronzinante, poiché ho questa spalla tutta sconquassata.
      - Lo farò volentieri, signor mio, rispose Sancio, e torneremo al nostro paese in compagnia di questi signori, i quali vogliono il vostro bene: giunti a casa disporremo in buona regola ogni cosa per poi uscire un'altra volta in campagna, e tenteremo nuove imprese che ci apportino maggior profitto con più credito e più fama.
      - Saviamente parli, rispose don Chisciotte; sarà prudente così attendere che cessi il maligno influsso di stelle che ora predomina."
      Il canonico ed il curato fecero eco alle sue risoluzioni, ed essendosi eglino pigliato grande spasso della semplicità di Sancio, posero don Chisciotte nel carro come prima era venuto. La processione tornò a riordinarsi, e seguitò il suo viaggio; il capraio tolse licenza da tutti; la sbirraglia non volle andar più oltre; il curato pagò agli sgherri quanto era loro dovuto: ed il canonico pregò il curato che lo tenesse avvertito se don Chisciotte fosse per guarire dalle sue pazzie o vi persistesse, e con questo si licenziò per proseguire il suo viaggio. Infine si separarono tutti e andarono ai loro luoghi, restando soli il curato, il barbiere, don Chisciotte, Sancio Pancia, e il buon Ronzinante, che tutto sofferiva colla tolleranza del suo padrone. Il carradore attaccò i buoi, e adagiò don Chisciotte sopra un fascio di fieno, e coll'usata lentezza continuò il cammino che indicava il curato, ed a capo di sei giorni pervennero al villaggio di don Chisciotte dove entrarono di bel mezzogiorno.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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