- Te le mostrerò a casa, moglie mia, disse Sancio, e contentati per adesso. Se a Dio piace che usciamo un'altra volta in campagna a cercare avventure, tu ben presto mi vedrai conte o governatore di un'isola, e non già di quelle da pochi soldi, ma delle migliori che si possano trovare in Terraferma.
- Lo voglia pure la Provvidenza, disse la moglie, ché ne abbiamo estremo bisogno; ma informami che cosa vogliono dire queste isole ch'io non m'intendo.
- Il mele non è fatto per la bocca dell'asino, rispose Sancio, ma tu lo vedrai a suo tempo, e resterai maravigliata a sentirti dare della signoria per la testa da tutti i tuoi vassalli.
- Ch'è ciò che tu di' dunque, Sancio mio, di signorie, di isole, di vassalli? replicò Giovanna Pancia; ché quest'era il cognome della moglie di Sancio, non perché gli fosse parente, ma perché usano nella Mancia le mogli portare il cognome dei loro mariti.
- Non t'affannare, Giovanna cara, a voler conoscere tante cose in un fiato; e ti basti sapere che ti dico la verità, e cuciti la bocca. Così alla sfuggita ti dirò al più, che non vi è al mondo maggiore diletto dell'essere scudiere di un cavaliere errante che vada cercando avventure; è vero che la maggior parte di queste non riescono come si vorrebbe: perché, di cento le novantanove vanno a finire a rovescio, ed io lo so per mia particolare sperienza, essendo stato una volta per causa delle venture sbalzato per aria con una coperta, ed altra volta molto ben bastonato: nulladimeno è una bella cosa aspettar le buone fortune, attraversare montagne, penetrare nelle foreste, calpestare i precipizî, visitare castelli, alloggiare in osterie senza pagare un solo maravedis.
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