I due amici n'ebbero molto contento, avvisandosi di essersi attenuti al più sano consiglio col ricondurlo come incantato sul carro tirato dai buoi, siccome si è detto nell'ultimo capitolo della prima parte di questa altrettanto grande che veridica istoria. E così si determinarono di visitarlo e di conoscere se fosse reale quel miglioramento da loro tenuto quasi per impossibile; ma nel tempo stesso convennero di non toccare punto alcuno della errante cavalleria per non correre pericolo di riaprire una ferita ancor troppo fresca.
Si recarono dunque a fargli visita in casa, e lo trovarono seduto nel suo letto con indosso una camiciuola di rovescio verde, ed in capo un berrettino rosso di quei di Toledo; ed era sì secco ed allungato e stecchito che pareva proprio una mummia. Ebbero da lui cortese accoglienza, ed avendolo interrogato di sua salute ne ricevettero giudiziose ed acconce risposte. Versò il tema dei loro discorsi intorno a quella che si denomina Ragione di Stato, e intorno alla maniera di governare, emendando il tal abuso, riprovando il tal altro, promovendo la riforma del tal costume, sbandendone un'altra e costituendosi ognuno dei tre qual novello legislatore, quasi moderno Licurgo e fervente Solone, rinnovavano a parole il governo della cosa pubblica come se avessero posto lo Stato in un crogiuolo, e cavatone fuora un altro a loro senno più bello e perfetto. Parlò don Chisciotte sugli argomenti tutti discussi con tanta saggezza, che i due esaminatori si persuasero fermamente lui essere guarito affatto dalla vecchia pazzia.
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