Il rettore disse al cappellano che tenesse gli occhi aperti perché il dottore senza dubbio veruno era ancora pazzo. A nulla servirono gli avvertimenti, e convenne obbedire, poiché l'arcivescovo così comandava. Si restituirono al dottore i suoi abiti ch'erano nuovi e decenti; ed egli come si vide vestito da uomo sciolto da ogni apparenza di pazzia, supplicò il cappellano che per atto di carità gli desse permissione di andare a pigliar commiato dai pazzi già suoi colleghi. Gli disse il cappellano che in ciò gli volea essere compagno anche per vedere i pazzi che si trovavano nell'albergo. In effetto montarono all'alto accompagnati da alcuni individui che si trovavano presenti, ed appressatisi ad una gabbia dove stava un pazzo furioso, benché allora tranquillo, gli disse il dottore:
- Fratello, datemi i vostri comandi, che me ne vo adesso a casa mia, da che piacque alla infinita pietà e misericordia di Dio Signore di farmi, senza mio merito, ritornare il mio buon giudizio: io sono già sano e guarito, ché al potere di Dio nulla è impossibile: ora sperate anche voi, ed abbiate in lui confidenza, poiché avendo a me restituita la sanità, a voi pure la ridonerà se in lui confiderete; io mi prenderò cura di farvi capitare qualche cosa da mangiare, e ve ne ciberete, mentre, come uomo sperimentato, io giudico che tutte le vostre pazzie procedano dall'avere lo stomaco digiuno ed il cervello pieno di vento: datevi animo, sforzatevi all'allegria che l'avvilimento delle disgrazie, col consumare la salute, ci va affrettando la nostra ultima ora.
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Dio Signore Dio
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