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      Gl'idalghi sono tutti d'accordo a protestare che non si contiene vossignoria nei confini della sua condizione, e che si ha arrogato il Don, e si è fatto cavaliere con poche viti e pochi solchi di terra, e con uno straccio dinanzi ed un altro di dietro. Dicono i cavalieri che spiace loro che gl'idalghi attentino alla loro preminenza, e specialmente quegl'idalghi scuderili che danno il nero di fumo alle scarpe, e rattoppano i buchi delle calzette nere con seta verde.
      - Questo, disse don Chisciotte, non mi risguarda, andando sempre io bene vestito e non mai rappezzato; rotto potrebb'essere il mio abito, ma per colpa più dell'armi che della troppa vecchiezza.
      - In quanto poi, seguitò Sancio, al valore, alla cortesia, alle prodezze ed all'assunto preso da vossignoria variano i pareri. Gli uni dicono: pazzo ma grazioso! altri: valoroso ma sfortunato! taluni: cortese ma impertinente! e di questo trotto vanno tirando fuori tante cose da non lasciare né a vossignoria né a me osso sano.
      - Considera, mio buon Sancio, rispose don Chisciotte, che ove in eminente grado virtù risiede, ivi piomba la persecuzione; e pochi o niuno dei celebri personaggi delle andate età si sottrassero all'acuto morso della calunnia o della più fina malizia. Giulio Cesare coraggiosissimo, prudentissimo, valorosissimo capitano, fu tacciato di ambizione e di poca nettezza nei vestiti, ed eziandio nel costume. Alessandro, che meritò il sopranome di Grande per le sue imprese, venne accusato di essere stato una qualche volta ubbriaco.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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