«Mal rispose un dì, o Francese,
Roncisvalle alle tue imprese.»
- Ch'io sia ammazzato, o Sancio, disse don Chisciotte, se buona ventura non incontriamo in questa notte! Non odi tu quello che va cantando questo villano?
- Io sento benissimo, rispose Sancio: ma che ha che fare con noi Roncisvalle? Sarebbe tutt'uno anche se cantasse la canzone di Calaino.»
In questo li raggiunse il contadino, cui disse don Chisciotte:
- Mi sapreste insegnare, o amico, che Dio vi dia ogni bene, dove sieno situati i palagi della senza pari principessa donna Dulcinea del Toboso?
- Signore, rispose il garzone, io sono forestiere e da pochi giorni soltanto venuto ad abitare in questo paese al servizio di un ricco forese per i lavori della campagna. Nella casa qua dirimpetto stanno di abitazione il curato ed il sagrestano, e tutti e due forse, od almeno qualcuno di loro, saprà dar conto alle signorie vostre di questa principessa, perché tengono la lista di tutti quanti gli abitanti del Toboso: per altro scommetterei che in tutto il paese non abita una sola principessa; ma bensì parecchie dame di alto grado, ciascuna delle quali può dirsi principessa in casa sua.
- Appunto una di queste, disse don Chisciotte, debb'essere, o amico, quella di cui ricerco.
- Che così sia, replicò il contadino, ma io vi saluto ché l'alba è già vicina.» Diede degli sproni alle sue mule, e non volle sentire altre dimande. Vedendo Sancio il suo padrone starsene sospeso e assai mal contento, gli disse:
- Signore, si avanza il giorno a gran passi; e non sarà ben fatto che il sole ci colga qui per le strade; sarebbe meglio uscire di questa città, e che vossignoria s'internasse in qualche bosco vicino, che intanto ritornerò io qua di bel giorno, e fiuterò allora per ogni angolo sino a tanto che mi venga fatto di trovare la casa o torre o palazzo della mia padrona.
| |
Francese Sancio Chisciotte Sancio Roncisvalle Calaino Chisciotte Dio Dulcinea Toboso Toboso Chisciotte Sancio Francese
|