Accostatosi a Sancio che dormiva, lo riscosse, e con poca fatica lo svegliò, poi a bassa voce gli disse:
- Fratello Sancio, abbiamo qui una ventura.
- Dio ce la mandi buona! rispose Sancio. E dove sta, signor mio, la signoria di questa signora ventura?
- Dove? mi domandi, replicò don Chisciotte. Volgiti, guarda e vedrai quivi prosteso un cavaliere errante, ch'io penso non debba essere soverchiamente allegro, poiché lasciatosi cadere giù da cavallo, si distese per terra con non dubbi segni di animo irato; e nel cadere rumoreggiarono le sue armi.
- E in che trova vossignoria, disse Sancio, che questa sia un'avventura?
- Non voglio dire, don Chisciotte rispose, che sia del tutto una ventura, ma principio di essa, ché così le avventure hanno principio. Ma stattene attento: a quanto pare, egli va accordando un liuto o una viola, ed al tossire e allo spurgarsi che fa, indovino ch'egli si apparecchia a cantare un poco.
- In fede mia ch'è vero, rispose Sancio: oh sarà per certo un cavaliere innamorato.
- Non avvi alcuno degli erranti che non lo sia, soggiunse don Chisciotte, e stiamolo a sentire, ché da questo filo scopriremo il gomitolo dei suoi pensieri: la lingua parla per l'abbondanza del cuore.»
Voleva Sancio replicare al padrone, quando la voce del cavaliere del Bosco, che non era né molto cattiva né molto buona, glielo impedì, e standosene tutti e due in attenzione udirono che il suo canto diceva presso a poco così:
«Datemi, o mia signora, una via da seguire sempre il vostro volere; ed io conformerò a quello il voler mio per modo, che mai non me ne allontanerò pur d'un punto.
| |
Sancio Sancio Sancio Chisciotte Sancio Chisciotte Sancio Chisciotte Sancio Bosco
|