- Veramente io ho tutte queste cose, eccettuato il ronzino, rispose Sancio, ma in sua vece ho un asino al mio comando che vale il doppio del cavallo del mio padrone: mala pasqua Dio mi dia se volessi barattarlo con lui se bene mi dessero in aggiunta quattro staia di frumento; e non creda vossignoria che io esageri, perch'è di pelame leardo; e quanto ai levrieri, non ho paura che mi manchino, giacché ve n'ha più del bisogno nel mio paese, e riesce più gustosa la caccia quando si fa a spese degli altri.
- Egli è infallibile, rispose quello dal Bosco, signor scudiere, ch'io ho proposto e determinato meco medesimo di abbandonare le scioccherie di questi nostri cavalieri, e di ritirarmi al mio paese per attendere alla educazione de' miei figliuoletti, che ne tengo tre che sono tre perle orientali.
- Ed io ne ho due, disse Sancio, che possono presentarsi al papa in persona, e specialmente una ragazza che, se piace a Dio, farò contessa a dispetto di sua madre.
- E che età ha ella, disse quello dal Bosco, questa signorina che si alleva per contessa?
- Quindici anni, due più due meno, rispose Sancio; ma è di statura alta come una lancia, di freschezza tale da non invidiare una mattina di aprile, ed ha una forza da facchino.
- Queste sono qualità, replicò l'altro, che non solo possono farle meritare di essere contessa, ma anche di diventare ninfa del bosco verde.
- Prego Dio, disse Sancio, che per tornare a vedere la mia figliuola mi cavi di peccato mortale, ch'è tutt'uno come cavarmi da questo pericoloso offizio di scudiere nel quale sono incappato per la seconda volta; allettato e vinto da una borsa di cento scudi che ho trovata un giorno nel bel mezzo di Sierra Morena.
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