Anche adesso il diavolo mi mette dinanzi gli occhi un'altra borsa piena di dobloni, ché mi pare ad ogni poco di poter trovarla, abbracciarla, e portarla a casa mia: e allora darò denari a censo, avrò rendite, e vivrò come un principe. Per quel poco di tempo che io vo sperando in questi pensieri mi diventano facili e sopportabili i travagli che patisco con questo mentecatto del mio padrone che ha più del pazzo che del cavaliere.
- Per questo, rispose quello dal Bosco, si suol dire che il soverchio rompe il coperchio; e giacché si tratta di cavalieri pazzi credo che non vi sia alcuno più pazzo del mio; perché è di quelli che dicono: le brighe e i fastidi degli altri ammazzano l'asino. Oh prima che un cavaliere che ha perduto il giudizio lo ricuperi vi vuol ben altro!
- È forse innamorato? dimandò Sancio.
- Sì, disse quello dal Bosco, di una certa Calsidea di Vandalia, la più crudele, ma la più compita signora che possa darsi nel mondo; ma non zoppica solo dal piede della crudeltà, che ci cova qualche altro imbroglio... Basta, se ne vedranno gli effetti.
- Non v'è strada sì piana che non abbia i suoi intoppi, rispose Sancio: io credeva di esser solo a servire un pazzo, or veggo che la pazzia ha più clientele che la discrezione; ma se è vero il detto che ai miseri è un sollievo l'avere dei compagni nelle miserie, io posso consolarmi con vossignoria che serve un padrone tanto balordo quanto è il mio.
- Balordo, ma valoroso, rispose quello dal Bosco, e più poco di buono che sciocco e imprudente.
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