Terminato che ebbe di tracannare, lasciò cadere la testa da un lato, e mandando un gran sospiro disse:
- O signore, mi dice per quanto ha di più caro, questo vino è egli di città reale?
- Oh il bevitore sapiente! sclamò quello dal Bosco: in verità ch'è appunto tale, ed ha molti anni di anzianità.
- Quale maraviglia è la vostra? disse Sancio: non saprò dunque io conoscere che vino sia? E non vi pare, signor scudiere, che io sia uomo da sapere distinguere i vini anche col solo annasarli? Ve ne saprei dire la patria, la stirpe, il sapore, la durata, e la volta che hanno da dare con tutte le circostanze annesse e connesse: né c'è punto da stupirsi mentre io vanto dal lato di mio padre i due più solenni bevitori che da molti anni in qua contasse la Mancia; ed in prova di questo, sentite un curioso caso che è loro accaduto. Fu dato da assaggiare ad ambedue del vino di una botte per avere il loro parere sulla qualità e bontà, o difetti di gusto e di odore. Uno lo pregustò appena colla punta della lingua, e l'altro l'annasò soltanto. Decise il primo che il vino sapeva di ferro: il secondo che sapeva di cordovano. Sosteneva il padrone che la botte era nuova e nettissima, e che quel tal vino non avea alcun acconcime da cui avesse potuto venirgli sapore o di ferro o di cordovano. Con tutto ciò i due gran beoni stettero forti nel loro proposito. Passò qualche tempo, si vendette il vino, e quando nettarono la botte trovarono nel fondo di essa una piccola chiave attaccata ad una correggia di cordovano.
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Bosco Sancio Mancia
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