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      Ora vegga vossignoria se chi procede da cotal razza può essere giudice competente in questa materia.
      - Ed è appunto per questo che io ripeto, soggiunse quello dal Bosco, che noi tralasciamo di andare cercando venture, e poiché abbiamo focacce non andiamo in cerca di stiacciate, e torniamcene alle nostre capanne. A buon conto io resterò al servigio del mio padrone fino a tanto che arrivi a Saragozza, e poi ognuno saprà quello che avrà a fare.»
      Tanto in fine andarono ciarlando e bevendo i due buoni scudieri, che per necessità giunse il sonno a legare le loro lingue e a temperare la loro sete; che lo smorzarla affatto sarebbe stato impossibile. Attaccatisi entrambi alla quasi vôta borraccia, con i bocconi mezzo masticati in bocca si addormentarono; e noi lasceremo per ora che riposino in pace per raccontare ciò che seguì tra il cavaliere dal Bosco e quello dalla Trista Figura.
     
      CAPITOLO XIV
     
      SEGUITA L'AVVENTURA DEL CAVALIERE DAL BOSCO.
     
      Prosegue l'istoria narrando che dopo molti altri ragionamenti, il cavaliere dal Bosco disse a don Chisciotte:
      - Finalmente, signor cavaliere, bramo che voi sappiate che il mio destino, o a meglio dir la mia elezione, mi trasse ad innamorarmi della senza pari Casildea di Vandalia; senza pari la chiamo perché non ha chi la ragguagli sì nella perfetta grazia come nella bellezza. Questa Casildea di cui vi ragiono compensò i miei retti pensieri e le oneste mie brame obbligandomi, come fece la matrigna di Ercole, in molti e diversi cimenti; promettendomi sempre, al superarne di uno, che al fine dell'altro avrei ottenuto quello a cui tendevano le mie mire.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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