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      .. chi potrà dire ciò che vide, senza ingenerare maraviglia e terrore in chi ascolta? Vide, dice l'istoria, lo stesso volto, la medesima figura, l'aspetto istesso, la stessa fisonomia, la medesima effigie, l'identica prospettiva del baccelliere Sansone Carrasco. Lo riconobbe appena che sclamò ad alta voce:
      - Corri qua, Sancio, e guarda quello che si può guardare e non credere! fa presto, figliuol Sancio, e considera di quanto è capace la magia, e quanto possano gli stregoni e gli incantatori.»
      Arrivò Sancio, e non sì tosto conobbe il volto del baccelliere, che prese a farsi mille segni di croce ed a chiamare tutti i santi. L'atterrato cavaliere non dava segni di vita, e Sancio disse a don Chisciotte:
      - Sono di parere, signor mio, che vossignoria ficchi e cacci per la bocca la spada in corpo a costui che pare Sanson Carrasco, perché forse le riuscirà in questo modo di ammazzar qualcuno dei suoi nemici incantatori.
      - Non dici male, soggiunse don Chisciotte, perché di nemici io non manco: e sfoderava già la spada per mandare ad effetto l'avvertimento e il consiglio di Sancio, quando arrivò ansante lo scudiere del vinto, spoglio di quel gran naso per il quale era paruto sì brutto, e esclamò:
      - Guardi bene quello che fa, signor don Chisciotte, ché questo che tiene a' suoi piedi è il baccelliere Sansone Carrasco suo amico ed io sono il suo scudiere.»
      Vedendolo Sancio senza la deformità di prima, gli disse:
      - E dov'è il naso?
      Cui rispose:
      - L'ho qua in tasca; e mettendo la mano alla diritta cavò fuori un naso di pasta e verniciato per maschera.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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