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      - Non mi meraviglio punto che la mia figura riesca un po' strana a vossignoria, per esser nuova e fuori del costume, e che muova perciò la vostra attenzione; ma cesserà la maraviglia quando io vi dica, come vi dico, ch'io sono un cavaliere di quelli che si dice dal mondo che vanno cercando avventure. Mi allontanai dalla patria, impegnai la mia roba, rinunziai ad ogni benefizio, e mi posi in braccio della fortuna perché facesse di me il suo piacere: volli far rivivere la morta errante cavalleria; e corre non poco tempo da che con vicendevoli, buoni e tristi successi, qua inciampando, là cadendo, qua precipitandomi, là rizzandomi, ho compito in gran parte i miei desideri soccorrendo vedove, difendendo donzelle, favorendo maritate, orfani e pupilli, proprio e naturale offizio dei cavalieri erranti, e così per le mie molte e valorose e cristiane prodezze meritato mi sono di andar nominato in quasi tutte o nella maggior parte delle nazioni del mondo. Stanno impressi trentamila volumi della mia istoria, e se le cose procedono di questo passo se ne stamperanno trentamila migliaia, quando il Cielo non vi rimedii: per tutto dire in poche, anzi in una parola sola, le notifico che io sono don Chisciotte della Mancia, chiamato per nome il cavaliere dalla Trista Figura, e tuttoché sconvenga la lode nella propria bocca, mi è forza pronunziare talvolta la mia, sottintendendosi già che non siavi presente alcuno ad ascoltarla. Dopo tutto ciò, o signore, né questo cavallo, né questa lancia, né questo scudo, né lo scudiere, né questo fascio d'arme, né il gialliccio del mio volto, né la mia stenuata magrezza vi potranno quindi innanzi recar maraviglia avendo ora saputo chi sono e la professione che io esercito.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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