Ho pure un altro libro che voglio intitolare: Metamorfosi, ovvero Ovidio spagnuolo, di nuova e rara invenzione; perché in esso, imitando Ovidio nel giocoso, dipingo chi fu la Giralda di Siviglia e l'Angelo della Maddalena; che cosa si è la Doccia di Vezinguerra di Cordova, quali i Tori di Ghisando, quale la Sierra Morena, le fonti di Leganitte, di Lavopiez in Madrid, senza dimenticarmi di quella del Pidocchio, di quella del Cane dorato e della Priora; e tutto questo con le sue allegorie, metafore e traslazioni che rallegrano, tengono in curiosità ed insegnano a un punto stesso. Un altro libro io tengo, che intitolo: Supplemento a Polidoro Vergilio, che tratta della invenzione delle cose, e che è fornito di vastissima erudizione e studio, mentre io verifico e dichiaro con istile elegante i fatti ommessi da Polidoro. Si dimenticò Polidoro di narrarci chi sia stato il primo colto dal catarro in questo mondo; il primo che abbia trovate le unzioni opportune a guarire dal morbo gallico, ed io ne proferisco la spiegazione pretta e fedele, e la avvaloro con più di venticinque autori. Da tutte le cose dette comprenda la signoria vostra se lodevole si renda il mio lavoro; e se questo tal libro abbia ad arrecar al mondo utilità straordinaria.»
Sancio ch'era stato attento alla narrazione del giovane, gli disse:
- Di grazia, o signore, e così Dio le dia buona mano diritta nella impressione dei suoi libri! mi saprebbe ella dire, che già lo saprà, perché tutti lo sanno, chi sia stato il primo che si abbia grattata la testa? quanto a me, tengo che sia stato il padre Adamo.
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