- Così farò, rispose il ragazzo, e proseguì dicendo:
- Questa figura che comparisce quivi a cavallo, coperta da una cappa guascona, è quella di don Gaifero medesimo, la cui sposa, già vendicata dell'audacia dello innamorato Moro, con migliore e più tranquillo sembiante si è posta alla finestra della torre, e gli parla credendolo qualche passeggero, e adesso segue tutto quel discorso e colloquio della canzone che dice:
Cavalier, se in Francia andate,
Di Gaifero domandate, ecc.
Non canterò, signori, la canzone, perché la prolissità genera noia: basta vedere come don Gaifero si scopre. Ora dai gesti allegri che fa Melisendra si comprende che lo ha conosciuto; e adesso maggiormente, che la vediamo calare dal balcone per salire in groppa al cavallo del caro suo sposo. Ma, ahi sventurata! che le si è attaccato un brandello del gammurrino a un ferro del balcone, e resta pendente in aria, e non può più calare al basso. Ma osservino come il pietoso Cielo soccorra nei più urgenti bisogni! Ecco là don Gaifero, che senza por mente se il ricco gammurrino possa stracciarsi o no, la piglia e per forza la fa calare a terra, e poscia di un salto la mette in groppa del suo cavallo a cavalcione come se fosse un uomo: le dice che si tenga forte, e gli passi le braccia attraverso alla vita cingendolo bene nel petto per non cadere; e ciò perché la signora Melisendra non era avvezza a cavalcare a quella maniera. Notino adesso come i nitriti del cavallo fanno prova ch'è assai contento di portare nel padrone e nella padrona il carico più leggiadro e il più geniale.
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