Finita che avea quella mostra, metteva in campo le abilità del suo scimiotto, facendo supporre al popolo che egli indovinava il presente, ma che nel futuro non ci aveva grazia. Chiedeva due reali per ogni risposta a qualunque dimanda, ma qualcuna la dava anche a più buon mercato, secondo che conosceva l'umore di quelli che interrogavano.
Portandosi qualche volta alle case di gente di cui sapeva qualche successo, sebbene non gli facessero interrogazioni per non pagarlo tuttavia invitava con gli usati cenni lo scimiotto, poi dicea che gli avea rivelata la tale o tal cosa, la quale calzava a pennello con ciò che era avvenuto realmente. Con questi mezzi s'era acquistato gran credito, e veniva desiderato per ogni dove.
Altre volte, come colui ch'era di molta astuzia, rispondeva in maniera che le risposte quadravano colle proposte; e siccome non era mai eccitato a ventilarle, né costretto a far conoscere con quale industria divinasse quel suo scimiotto, così ingannava tutti e vuotava a tutti la borsa.
Appena entrato nell'osteria, egli aveva conosciuto don Chisciotte e Sancio, e ciò gli rese facile la strada a far maravigliare il padrone e lo scudiere, e tutti quelli che si trovavano presenti: ma gli sarebbe costata ben cara la sua arte se don Chisciotte avesse abbassato un po' più la mano, quando recise la testa al re Marsilio e distrusse tutta la cavalleria, siccome si è detto nel precedente capitolo. - Questo è tutto quello che può raccontarsi intorno a maestro Pietro e al suo scimiotto.
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Chisciotte Sancio Chisciotte Marsilio Pietro
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