Cui questi rispose:
- Siccome tutte queste cose e tutti questi successi escono dall'ordine naturale, non è stupore che Sancio dica quello che dice: quanto a me non mi trovai né in alto né a basso, né ho veduto cielo, né terra, né mare, né arene. Vero è bensì che m'accorsi di passar per la regione dell'aria e di toccare eziandio quella del fuoco tra il cielo della luna e l'ultima regione dell'aria, non potevamo arrivare al cielo dove stanno le sette capre, delle quali Sancio parla, senza restarne bruciati: e poiché non avvampammo, o Sancio mente, oppure Sancio sogna.
- Né mento, né sogno, rispose Sancio: e se non mi si crede, dimandino i contrassegni della tale o tal altra capra, che per tal modo conosceranno se io dico il vero o non lo dico.
- Orsù, Sancio, diteli, replicò la duchessa.
- Sono, rispose Sancio, due verdi, due incarnate, due azzurre ed una cangiante.
- Questa è una razza di capre del tutto nuova, disse il duca: e per la nostra regione della terra non si usano tali coloriti, voglio capre di tali colori.
- La ragione è ben chiara, rispose Sancio, che ci passa gran differenza dalle capre del cielo a quelle della terra.
- Ditemi, o Sancio, soggiunse il duca, vedeste fra quelle capre qualche caprone?
- Signor no, rispos'egli, ma intesi dire che niuno lassù supera i corni della luna.
Bastarono queste domande intorno al viaggio di Sancio, poiché correasi pericolo, altrimenti facendo, ch'egli avesse intenzione di passeggiare per tutti i cieli e di dar conto di quanto lassù si faceva, senza essersi mosso mai dal giardino.
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