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      Tirando eglino innanzi colle burle mandarono quella sera Sancio con grande accompagnamento al paese che per lui dovea essere isola.
      Colui pertanto che lo guidava colla sua responsabilità, era quello stesso maggiordomo del duca molto discreto e grazioso (che non si dà grazia dove non è discrezione), il quale avea rappresentato il personaggio della contessa Trifaldi col buon garbo che abbiamo detto. Quest'uomo bene istrutto e avvertito da' suoi padroni del modo che dovea tener con Sancio, riuscì a maraviglia nella esecuzione del suo impegno. Ora dunque avvenne che quando Sancio vide tal maggiordomo, raffigurò nel suo viso quello stesso della Trifaldi, e dirizzandosi al suo padrone gli disse:
      - O mi ha da portare il diavolo via di qua dove io sono bello ed intero, o mi ha a confessare la signoria vostra che il volto di questo maggiordomo del duca, che sta qui, è quello stesso della Trifaldi
      Don Chisciotte guardò e riguardò attentamente il maggiordomo, e poi disse a Sancio:
      - Non occorre che il diavolo ti porti, o Sancio, né bello né intero, perché il viso della Trifaldi è proprio quello del maggiordomo: ma non è per questo che il maggiordomo sia la Trifaldi; ché se ciò fosse implicherebbe grandissima contraddizione: ma non è tempo questo di avverare tali circostanze, mentre sarebbe un voler entrare in labirinto molto intricato. Credimi, amico, che fa mestieri pregare nostro Signore con molto affetto, perché ci liberi dai cattivi stregoni e dai tristi incantatori.
      - Ma questa non è burla, replicò Sancio, perché ho chiaramente intesa la sua voce, e non altro mi è suonato all'orecchio che la voce della Trifaldi.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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