- E ciò, aggiunse Sancio tanto più riescì facile a me in quantoché intesi raccontare dal curato del mio paese un avvenimento simile a questo, e son provveduto di memoria sì felice che se non fosse che spesso me ne dimentico appunto nel meglio, non si troverebbe in tutta l'isola chi sapesse più cose a mente di me.» In fine l'uno dei vecchi deriso e l'altro pagato se ne andarono, ed i circostanti rimasero edificati.
Quegli che registrava le parole, i fatti e i movimenti di Sancio non sapeva determinarsi se avesse a tenerlo per isciocco o per giudizioso. Ora terminato questo piato, entrò nel consiglio una donna che tenea afferrato strettamente un uomo vestito da ricco pastore e veniva sclamando e dicendo:
- Giustizia, signor governatore, giustizia, e se non la trovo in terra andrò a cercarla nel cielo. O signor governatore dilettissimo, mi ha quest'uomo acchiappata in mezzo alla campagna, ed ha strappazzato il mio corpo come se fosse un cencio mal lavato, mettendo le sue sudicie mani sopra di me, che sempre m'ero per ben ventitré anni difesa dagl'insulti de' mori e de' cristiani, dei nazionali e degli stranieri.
- Non trattasi di conoscere adesso se le mani sieno sudice o no, disse Sancio;» e voltosi all'uomo gli dimandò che cosa opporre potesse alle querimonie di quella donna. Rispose egli tutto turbato:
- Signore, io sono un povero guardiano di bestiami da setole, e questa mattina me ne tornava dall'avere venduto in questo paese (sia detto con permissione) quattro porci, avendo pagato di gabella poco meno di quanto essi valevano.
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Sancio Sancio Sancio Rispose
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