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      Nel passare per una galleria trovavansi a bella posta pronte e ferme Altisidora ed un'altra donzella sua amica; ed Altisidora nol vide appena che finse di svenire, e fu raccolta e sostenuta dalla sua amica, la quale subitamente si mise a slacciarle il vestito sopra il petto. Don Chisciotte, che le vide, si accostò loro e disse:
      - Io so molto bene d'onde procedono questi svenimenti.
      - Così lo sapessi anch'io, rispose l'amica, mentre Altisidora è la donzella più sana di tutta questa casa, né da che la conosco l'ho intesa mai dire un ahi. Che maledetti siano quanti cavalieri erranti vi sono al mondo, se tutti covano in seno l'ingratitudine: vada, vada vossignoria, signor don Chisciotte, che già non potrà mai riaversi questa povera bambina, finattantoché vossignoria non si parte di qui.»
      Cui don Chisciotte rispose:
      - Fatemi, o signora, trovare per questa sera un liuto nella mia camera, che io consolerò alla meglio quest'addolorata donzella, poiché il presto disinganno suol essere efficace rimedio negli amorosi principî:» e in ciò dire se n'andò via per non essere notato da chi lo vedesse in quel luogo.
      Non s'era peranco scostato, che tornando in sé la svenuta Altisidora disse alla sua compagna:
      - Bisognerà mettergli in camera questo liuto, ché senza dubbio don Chisciotte ci vuol dare una musica che buona o cattiva ci procaccerà gran diletto.»
      Dopo ciò corsero ad informare la duchessa dell'avvenuto e del liuto che don Chisciotte chiedea; ed ella allegrissima concertò col duca e colle sue donzelle di fargli una burla che fosse più ridicola che spiacevole.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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