Restò ritto accosto a lui un personaggio, che disse poi di essere il medico, tenendo una bacchetta di balena in mano.
Alzarono una ricchissima e bianca tovaglia, con cui stavano coperte le frutta e molte diversità di cibi e di manicaretti. Uno, che pareva studente, diede la benedizione, ed altro paggio mise un bavaglio trinato a Sancio; altro uomo che faceva lo scalco, gli mise davanti un piatto di ghiottonerie; ma non ne ebbe egli appena mangiato un boccone, che colui dalla bacchetta toccò il piatto con essa, e questo gli fu tolto via immantinente. Lo scalco gliene accostò un altro con altre vivande, e Sancio distese tosto la mano per assaggiarlo, ma prima che avesse potuto avvicinarlo alla bocca, già la bacchetta l'aveva tocco, e subito un paggio l'aveva portato via così presto come gli altri manicaretti. Sancio stette alcun poco sospeso, e poi guardando ognuno in viso, dimandò se quelle vivande si avevano a mangiare così, come se si trattasse di un giuoco di mano. Rispose quello della bacchetta:
- Non si ha a mangiare, o signor governatore, se non se osservando religiosamente il costume che tiensi nelle altre isole dove sono i governatori; io, o signore, sono medico e sono salariato in quest'isola per assistere in tal qualità i suoi governatori, ed avendo più cara la loro che la salute mia, studio notte e giorno, e vo scandagliando la complessione del governatore, per non isbagliarne la cura in caso di malattia. La principale cosa in che mi occupo, si è di assistere ai suoi pranzi e alle sue cene, e di non permettergli di non cibarsi se non di quelle cose che mi paiono convenirgli, vietando e levandogli dinnanzi tutto quanto io penso che possa essere nocivo al suo stomaco.
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Sancio Sancio Sancio Rispose
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