- Dimodoché, disse Sancio, se vostra moglie non fosse morta o non l'avessero ammazzata, voi adesso non sareste vedovo.
- Signor no, non lo sarei, rispose il contadino.
- Siamo consolati per le feste, disse fra sé Sancio. Tirate innanzi, fratello, quantunque questa sia ora più da dormire che da trattare affari.
- Ora dico, soggiunse il contadino, che questo mio figliuolo che ha da essere baccelliere, s'innamorò nella terra medesima d'una donzella chiamata Chiara Perlerina, figliuola di Andrea Perlerino, contadino straricco; e questo nome non deriva in loro per discendenza o per altro casato, ma perché tutti quelli di tale stirpe sono perlatici; o negozianti di perle, e per migliorare il nome li chiamano Perlerini; ma se si ha da dire la verità, la donzella può rassomigliarsi ad una perla orientale; e guardata dalla parte destra sembra un fiore del campo, ma dalla parte sinistra non lo pare, perché le manca un occhio che le uscì fuora per il vaiuolo; per altro tuttoché le buche o margini del suo viso siano molte e larghe, non pertanto si dice da quei che le vogliono bene, che quelle non sono già buche, ma sepolture dove restano seppellite le anime dei suoi amanti. Ella è tanto pulita, che per non insudiciarsi il viso porta il naso rimboccato, come suol dirsi, e che pare proprio che vada fuggendo via dalla bocca; e contuttociò pare bella fuori di misura. Ella ha la bocca grande, e se non le mancassero dieci o dodici denti potria stare a petto delle più ben formate; non parlerò delle labbra, che sono delicate e sottili, tanto che se si usasse innasparle potrebbesi fare di esse una matassa; ma perché il loro colore è diverso da quello che nelle labbra si usa comunemente, hanno un non so che di miracoloso, essendo brizzolate di turchino, di verde e di pavonazzo oscuro.
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Sancio Sancio Chiara Perlerina Andrea Perlerino Perlerini
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