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      Non posso tralasciare di raccontarvi almanco un caso solo perché notiate la bella creanza e la puntualità che adornavano il mio buon marito. All'entrare nella strada di San Jacopo di Madrid, ch'è alquanto stretta, stava per isboccare da essa un Alcade con due sgherri dinanzi, e nol vide appena il mio buon scudiere che voltò le redini alla mula per accompagnarlo. La padrona che andava in groppa, sotto voce gli stava dicendo: Che fate voi disgraziato? non vedete voi che io sono qui ancora? L'Alcade per creanza ritenne la briglia del suo cavallo e disse: Continuate, o signore, la vostra strada, ch'io resto qui per accompagnare la mia signora donna Casilda, ché così chiamavasi la mia padrona. Mio marito stava nulla di meno col cappello in mano, ed insisteva di voler seguitare l'Alcade. La padrona allora tutta sdegnata, e inviperita, cavò fuori dallo astuccio uno spilletto grosso, o puntaruolo che fosse, e lo ficcò nel fianco del mio povero marito con tanta forza ch'egli diè un grido, contorse il corpo e precipitò in terra colla padrona. Corsero due staffieri a rialzarla, e vi si presentarono pure l'Alcade e gli sgherri: ma intanto si sollevò tutta la porta di Guadalasciara, che vale a dire tutti gli oziosi e scioperati di quella contrada, e fu condotta a casa la mia padrona mentre che mio marito pensò a rifuggirsi presso un barbiere, dicendo che gli erano stati perforati gl'intestini. La creanza del mio marito si divulgò da per tutto che sino i ragazzi per le strade gli davano la burla, e sì per questo e sì perché era corto di vista, la mia signora lo licenziò; ciò che senza dubbio è stato causa della sua morte.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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