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      Ora io vorrei, o signore mio, che vossignoria pigliasse sopra di sé il disfare questo torto per prieghi o coll'arme, poiché tutto il mondo dice che vossignoria è nata per disfare, o drizzare i torti, ed ai miserabili dare aiuto, consideri l'orfanella della mia figliuola, la sua gentilezza, la sua gioventù con tutte le buone parti che ho dipinte; e posso giurare sulla mia coscienza che nessuna delle tante donzelle che si trovano al servigio della mia signora, è degna di baciare le suola delle scarpe alla mia: ed una poi di esse, che chiamasi Altisidora, quella appunto che tengono per la più ardita e galante, in paragone di mia figlia non l'arriva a due leghe. E sappia vossignoria che non è tutt'oro quello che luce; perché questa Altisidoruccia è più prosuntuosa che bella, più ardita che onesta, e poi non è molto sana, ed ha l'alito noioso a segno che non si può starle accanto un momento, ed anche la mia signora duchessa... ma non voglio parlare altro perché si suol dire che anche le mura hanno gli orecchi.
      - E che mai, per vita mia, disse don Chisciotte, ha ella la mia signora duchessa? ditemelo, donna Rodrighez.
      - Alla vostra dimanda, rispose la matrona, mi è forza rispondere con ogni candore. Vede vossignoria, signor don Chisciotte, la beltà della mia signora duchessa? quel luccichio del suo viso che pare proprio una spada imbrunita e tersa? quelle due guancie di latte, e di lacca, in una delle quali sta il sole, nell'altra la luna, e quella vivacità con cui va calpestando, e (sto per dire) disprezzando il terreno, che par veramente che vada spargendo salute per tutto ove passa?


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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