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      Erasi già insinuata nell'animo dello scalco l'avvenenza della donzella, il quale tornò ad avvicinarle la lanterna per nuovamente mirarla, e ciò facendo si accorse che non già lagrime le uscivano dagli occhi, ma perle o rugiada di prato, e ingrandivasi la fantasia; immaginando che fossero perle orientali, sicché stava ad attendere con ansietà che il caso di questa giovane tale non fosse quale volevano far supporre i suoi sospiri e i suoi pianti. Disperavasi il governatore del tanto ritardo che faceva la donzella a narrare compitamente la storia sua, e le insinuò che finisse di tenerli più oltre sospesi, giacché l'ora era tarda e molto restava da visitare nel paese.
      Ella fra interrotti singhiozzi e mal frenati sospiri, disse:
      - Termina la mia disgrazia e il mio infortunio colla preghiera che ho fatto a mio fratello che mi vestisse da uomo mediante uno dei suoi abiti, e che seco mi conducesse una notte a vedere tutto il paese quando nostro padre dormisse: ed importunato dalle mie istanze, condiscese al mio desiderio. Mettendomi indosso quest'abito, e vestendosi egli con uno dei miei, che gli sta come dipinto, perché non ha tuttavia pelo di barba, e tiene le sembianze tutte di bellissima donzella, questa notte (sarà adesso un'ora, poco più poco meno) siamo esciti di casa, e guidati dal nostro inesperto e inconsiderato raziocinio, ci siamo aggirati per tutto intorno al paese. Quando volevamo tornarcene a casa, vedemmo avvicinarsi un branco di gente, e il fratello mi disse:
      - Sorella, questo debb'essere la ronda, allunga il passo e metti le ali ai piedi e viemmi dietro correndo, affinché non siamo scoperti, che ne avremmo assai biasimo.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298