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      - Sentite qua, signor buon uomo mio, rispose Sancio; questo passeggiere di cui parlate, o io sono un animale o egli tiene la stessa ragione per morire come per vivere e per passare il ponte: ora se la verità lo salva la bugia lo condanna egualmente; ed essendo così la cosa, siccome è infatti, io sono di opinione che andiate a dire ai signori dai quali siete mandato, che trovandosi in eguale bilancia e le ragioni di condannarlo a quelle di assolverlo, lo lascino passare liberamente: perché sempre meglio fare del bene che del male, e questa decisione ve la darei anche corroborata colla mia firma, se sapessi scrivere. Sappiate poi che nel caso che ora mi avete esposto, io non ho parlato di mia testa, ma dietro i suggerimenti ed i precetti datimi dal mio padrone il signor don Chisciotte, la sera avanti che venissi governatore di quest'isola, poiché egli mi disse che quando la giustizia stesse in dubbio, io abbandonassi il rigore e mi appigliassi alla misericordia: ed è piaciuto a Dio che in questo momento me ne ricordassi, essendo nata occasione tale che la massima vi calza dipinta.
      - Così è appunto, disse il maggiordomo, e quanto a me sono persuaso che lo stesso Licurgo, legislatore dei Lacedemoni, non avrebbe potuto dar sentenza più retta di quella che ha pronunziato il gran Sancio Pancia; ma abbia fine la udienza di stamattina ed intanto io disporrò le cose perché il signor governatore possa pranzare a gusto e soddisfazione sua.
      - Questo è quello che desidero, replicò Sancio; e facciamo a non ingannare; e diluvino pure i casi ed i dubbi, che io saprò risolverli in un batter d'occhio.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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