Vestiti bene, che un palo bene vestito non pare più palo: ma non ti dico questo perché tu abbia ad ornarti con isfogo puerile e disdicevole, ma cogli abiti che il tuo posto richiede, badando che siano sempre mondi e bene assettati.
Per farti ben volere dal popolo che tu governi, bada a due cose: l'una di essere bencreato con tutti, (che te l'ho già detto ancor per lo passato), l'altra di aver a cuore l'abbondanza delle vettovaglie, che non v'ha cosa che affligga tanto il cuore dei poveri quanto la fame e la carestia.
Non fare tante riforme e tanti decreti; e se li fai procura che siano giusti, e sopratutto che si osservino e si eseguiscano; perché le riforme che si trascurano egli è come se non si promulgassero, e fanno giudicare che il principe il quale ebbe senno ed antevidenza nel prescriverle, manchi poi di energia nel farle eseguire. Quelle leggi che emanano e che poi si dissolvono in fumo, sono come la trave del re dei ranocchi, di cui eglino al principio si spaventarono, e poi per dispregio vi montarono sopra. Ricordati, non sempre rigoroso o sempre indulgente, ma eleggi il mezzo fra quegli due estremi: che in ciò consiste la perfezione della saggezza.
Visita le carceri, i mercati, e sino le beccherie e i macelli; che la presenza del governatore in siffatti luoghi è di estrema importanza: e così tu conforterai i prigioni che attendono di essere restituiti alla libertà, e porrai in sesto le stadere e i pesi, evitando le frodi, ed incutendo il terrore nei rivenditori delle piazze e nei macellai.
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