Si affrettavano a interrogarlo; ma egli disse che non avrebbe potuto rispondere così in pubblico né con brevi parole; e perciò che piacesse alle loro eccellenze di riserbarsi a privato colloquio, soddisfacendosi frattanto con quelle lettere. Due ne cavò fuori e le mise in mano alla duchessa. Aveva l'una questa soprascritta: «Lettera per la mia signora duchessa tale di non so dove;» e l'altra: «A mio marito Sancio Pancia governatore dell'isola Barattaria, che Dio prosperi più anni di me.»
La duchessa non poteva stare alle mosse, come suol dirsi, per la impazienza di leggere la lettera a lei diretta, ed apertala, e gittatovi lo sguardo, e conosciuto che poteva leggerla ad alta voce perché il duca e i circostanti la udissero, lo fece tosto. Ascoltiamola
TERESA PANCIAALLA DUCHESSA DI NON SO DOVE.
«Gran contento mi ha dato, signora duchessa, la lettera scrittami da vostra grandezza; che posso veramente dire di averla desiderata per un gran pezzo di tempo. La filza dei coralli è buonissima, e il vestito da caccia di mio marito non lo è niente manco. Molto piacere ha provato tutto questo paese nel sentire che Sancio mio consorte sia stato fatto da vostra signoria governatore, sebbene non vi è alcuno che lo creda, e principalmente il curato e maestro Nicolò il barbiere e Sansone Carrasco il baccelliere; ma a me non importa un fico secco, mentre pur che ciò sia vero, com'egli è, ciarli pur ognuno come gli pare: ma se ho da confessare la verità non lo avrei creduto io medesima se non avessi visti i coralli e il vestito.
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Sancio Pancia Barattaria Dio Sancio Nicolò Sansone Carrasco
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